Era l’ottobre del 1928 e sulle pagine del Guerin Sportivo, la pungente matita di “Carlin” raffigurava in maniera allegorica, nella cosiddetta “Araldica dei calci”, un galletto che i tifosi baresi già avevano accostato alla loro squadra qualche settimana prima.
Da quel momento l’animale entra nell’immaginario dei tifosi baresi e viene eletto a simbolo tanto da comparire, fino ai giorni nostri, nei gagliardetti della squadra pugliese.
Il primo esempio è un superbo gagliardetto ricamato risalente all’incontro di campionato disputato, nel 1946, tra Bari ed Inter.
Negli anni immediatamente successivi, il Bari non appone il suo simbolo sui gagliardetti e lo stesso ricompare negli anni Settanta, sebbene con differenti sembianze.
Alla fine degli anni Settanta il Bari, come tante altre società, decise di affidarsi alle sapienti mani del grafico Pietro Gratton che disegnò un nuovo tipo di galletto, stavolta stilizzato, che sarebbe rimasto per diverse stagioni sui gagliardetti del Bari.
Con il fallimento avvenuto nel 2014, i gagliardetti – e i relativi stemmi – cambiano nuovamente. Del galletto rimane solo la cresta a sovrastare la scritta F.C. Bari con undici linee inserite lateralmente a simboleggiare la voglia di rinascere della squadra.
Nel 2016 nuovo cambio con lo stemma totalmente rinnovato che riporta la figura di un galletto vintage, simbolo poi revisionato sensibilmente nei gagliardetti in uso a partire dal 2018 che hanno assunto vari formati e tipologia ed in particolare quelli a scudo utilizzati nella stagione 2023 – 2024 e 2024 – 2025 riportano sulla fronte una partitura bianco rosso con lo stemma ovale mentre sul retro del gagliardetto sono stampati i dettagli dell’incontro.