Un culto antichissimo anzi una venerazione che parte da centinaia di anni fa quella di Reggio Calabria verso il suo Santo protettore San Giorgio.
Una devozione ripresa dalle effigi comunali ed anche dalla Reggina.
L’esemplare odierno ne è testimonianza con il fine ricamo su scudo azzurro della raffigurazione tradizione del Santo intento a trafiggere il drago.
Questo gagliardetto è opera di una società torinese molto nota per la manifattura di esemplari come questo e che ha realizzato gagliardetti anche per le due squadre torinesi ed in una circostanza il gagliardetto commemorativo del cinquantesimo anniversario della fondazione della FIFA.
Le caratteristiche degli accessori lo contraddistinguono in maniera inequivocabile ad esempio il passante centrale con l’asola per il passaggio dell’occhiello solidale all’asta, il tipo di asta stessa ed il retro con il tricolore posizionato in senso orizzontale anziché verticale proprio come nel caso dei gagliardetti della Juventus.
E’ un pezzo questo che si colloca tra la fine della prima metà degli anni Sessanta ed il successivo lustro. Per intenderci il periodo in cui l’allenatore fu il “Maestro” Tommaso Maestrelli, uno degli artefici del primo scudetto della Lazio conquistato nella stagione 1973 – 1974.
Altra peculiarità è che questo è uno dei pochi gagliardetti che riporta l’insegne di San Giorgio.
Gagliardetti successivi a questo furono realizzati privi dello stemma ovvero con lo stemma circolare con pallone che seguì le sorti della squadra calabrese fino al 1986.
San Giorgio riappare nuovamente sui gagliardetti delle Reggina nella stagione 2015 – 2016 quando la squadra assunse la denominazione Reggio Calabria e poi l’annata successiva nella quale si ritornò alla denominazione Reggina.