Winston Churcill diceva “…gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”. Anche in questa circostanza il sottile e pungente umorismo di Sir Winston Churcill, aveva colpito il segno. Mai frase fu più adatta a descrivere quello che è il calcio per gli italiani. Tale aforisma è senz’altro davvero appropriato anche per il nostro racconto ossia quello del “polverone” che si sviluppò a seguito di una partita del campionato di serie A del 1949-1950 tra la Roma ed il Novara con l’”ineffabile” Sig. Pera, arbitro di quell’incontro, che si erge a protagonista negativo e la “coda” di una partita amichevole disputata nel settembre del 1950 per rinsaldare i rapporti tra le due società. Tanto clamore per una partita, in effetti, non si era mai registrato prima, tanto che il contestatissimo (dai novaresi) esito dell’incontro fu addirittura portato all’attenzione del Parlamento attraverso un’interrogazione al Governo da parte dell’Onorevole Tonengo con la quale si chiedeva di “…conoscere quali provvedimenti il Governo intenda far prendere agli organi sportivi dopo l’incontro Roma – Novara il cui esito, secondo l’unanime giudizio dei competenti, della stampa sportiva e degli sportivi, colpiscono profondamente la dignità dello sport italiano e gettano un’ombra di discredito su un’attività finora leale…”
Ma procediamo per gradi ed andiamo al “fattaccio”. E’ il 21 maggio 1950 allo Stadio Nazionale (in seguito Stadio Flaminio) si gioca una partita di grande importanza che potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti sia delle Roma che del Novara entrambe invischiate, a due giornate dalla fine del campioanto, nella lotta per non retrocedere. Arbitro il Sig. PERA di Firenze la cui designazione, cosa abbastanza desueta per l’epoca, venne resa nota con congruo anticipo rispetto allo svolgimento dell’incontro. Si inizia e dopo sedici minuti il Novara passa inaspettatamente. Gol di Opezzo che con un tiro secco fulmina il portiere romanista Risorti creando vivissima apprensione nelle migliaia di tifosi romanisti, con il baratro della retrocessione che iniziava, in maniera, concreta, a materializzarsi. Fino a qui il direttore di gara, a parte l’inusuale numero di tiri da fermo concessi alla Roma e tali da rendere frammentato l’incontro, non aveva però dato il meglio di se stesso. Ciò avviene prontamente alla ripresa. Decimo minuto della seconda frazione di gioco e rigore (contestatissimo) assegnato alla Roma. Batte la massima punizione Arangelovich che spiazza il portiere e sigla il pareggio.
L’atmosfera diventa incandescente anche perché la Roma non sfonda, nonostante un palo colto da un suo attaccante, ed i minuti, inesorabilmente, passano. Occorre la vittoria ai giallorossi per evitare le “sabbie mobili” della zona retrocessione in cui sono coinvolte oltre al Novara anche il Bari ed il Como. Si arriva al trentasettesimo della ripresa ed è qui che accade, sotto la regia dell’arbitro Pera, l’imponderabile. Violento scontro di gioco tra il romanista Vella ed il novarese Ferraris II con quest’ultimo che, colpito fortuitamente da Vella allo stomaco, stramazza al suolo. Evidente fallo e conseguente interruzione del gioco necessaria. Il Sig. Pera ignora e fa continuare. Traversone in area. Il portiere del Novara viene palesemente ostacolato da alcuni giocatori e per Tontodonati è un gioco da ragazzi insaccare, di testa, il gol del vantaggio.
Apriti cielo! L’arbitro è accerchiato da almeno cinque azzurri novaresi e perde la pazienza anche la leggenda Silvio Piola che, imbufalito, protesta vivacemente e viene espulso. Un fotogramma dell’epoca sintetizza più di tutto la tensione scaturita dal gol giallorosso. In questa immagine l’arbitro sembra soverchiato dai furenti giocatori piemontesi.
Oramai non è più una partita ma un vero e proprio “rodeo”. E scatta anche la caccia all’uomo o meglio alle gambe dell’avversario anche per causa di Tontodonati che, nell’irridere un avversario in una fase di gioco, per poco non rimedia un possente calcione. Non è più calcio ma puro scontro fisico. All’indomani il Corriere dello Sport e la Stampa titolano come di seguito: “Uno scandalo” tuona il quotidiano piemontese mentre il Corriere dello Sport rimarca soprattutto l’aspetto sportivo con la Roma che esce fuori dal baratro della B.
Ma è ben poco di fronte al clamore che fu suscitato a seguire. Il reclamo del Novara sostenuto da evidenti e riconosciuti errori arbitrali, l’interrogazione al Governo, poi l’invalidazione della gara disposta dalla Lega, verdetto poi ribaltato dopo pochi giorni, dalla sentenza della C.A.F. che omologa il risultato dell’incontro confermando la vittoria della Roma. Alla fine sia la Roma che il Novara si salvarono ma quella partita portò degli strascichi nella Lega con altolocate dimissioni o meglio dismissioni. Dopo pochi mesi, il 3 settembre per l’esattezza, Roma e Novara si accordano per una partita amichevole per stemperare tutta la tensione accumulata in quell’incontro.
Oltre all’esito, il valore aggiunto di questo incontro fu la stretta di mano iniziale tra i capitani Maestrelli e Piola che sancì la “pace” ed il gagliardetto consegnato a Silvio Piola che rappresentò la concreta testimonianza del cavalleresco termine della “singolar tenzone”.
Foto e articoli di stampa tratti dal sito www.asromaultras.org