Il calcio è fatto di aneddoti, storie curiose ed intrise anche dell’umiltà dei tanti operai dell’industria del pallone. Fatti che poi si abbinano ai protagonisti del calcio a vittorie e sconfitte ma anche ad altro, ai simboli del calcio come può essere un gagliardetto, la maglia, un pallone.
La storia di oggi è quella dell’azienda brasiliana “Superball” che ideò e fornì i palloni per il mondiale del Brasile del 1950 (i ben noti Duplo T), realizzò i gagliardetti utilizzati dalla Selecao nel corso della quasi totalità degli anni Cinquanta e, come se non bastasse, fu fornitrice delle maglie della nazionale brasiliana ai mondiali del 1938 e 1954.
Precisiamo che, limitatamente ai palloni, nel periodo tra gli anni Trenta e Cinquanta “Superball” era il nome ed anche il marchio che accomunava, oltre all’azienda brasiliana, anche la genovese “Superball” Vis (fornitrice di palloni per la nazionale italiana negli anni Trenta e Quaranta) ed una terza azienda argentina fondata da emigrati italiani provenienti dalla provincia di Udine.
Furono proprio loro che, nel 1931, brevettarono il “Superball” ovvero un pallone che gli appassionati definirono “senza bocca”, poiché furono eliminate le cuciture presenti all’altezza della valvola a vantaggio anche della regolarità della forma sferica.
La Superball brasiliana aveva la sua sede principale a São Cristóvão, quartiere centrale di Rio de Janeiro, dove venivano prodotti i palloni “Double T” Superball ed un ulteriore negozio a Niterói località sempre nell’area urbana di Rio de Janeiro.
Di questa azienda storica ora non resta più nulla. In un’intervista rilasciata a “O Globo” un dipendente dell’unico piccolo negozio “Superball” sopravvissuto a Niterói racconta che del passato non esiste più nulla, nessun ricordo, nessuna delle tante foto che adornavano i locali della sede principale a São Cristóvão.
L’unica cosa rimasta è la passione dei collezionisti che conservano memoria di piccole storie come questa che fanno da sfondo alla grande leggenda del calcio.