Una stagione esaltante quella appena trascorsa per il Venezia che dopo ben diciannove anni di assenza rientra nel massimo palcoscenico calcistico nazionale.
Tale esaltante traguardo sportivo lo ricordiamo con un gagliardetto verosimilmente risalente agli anni sessanta, interamente dipinto sul tessuto nero – verde (prassi non desueta per i gagliardetti della squadra lagunare). Su di esso compare la denominazione societaria Calcio Venezia s.p.a.. Un tangibile segno dell’evoluzione del calcio che ha un preciso riferimento. Infatti, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, nel 1966 deliberò, a seguito del mutuato scenario socio – economico, che le società partecipanti ai campionati professionistici adottassero la denominazione di Società per azioni (S,p.a.).
Al centro del gagliardetto è presente il leone di S. Marco, che poggia fiero la zampa anteriore destra sul libro in cui appare la scritta “Pax tibi Marce Evangelista meus” ossia “Pace a te Marco mio Evangelista” parte della frase dell’angelo che secondo la leggenda apparve in un sogno a S. Marco mentre si trovava, naufrago, nella laguna veneziana
Questo eterno simbolo oggi ritorna agli onori grazie a motivi calcistici dopo che il Venezia ha vissuto tra altri e bassi nei tempi recenti ricordando, molto in lontananza, l’epopea di Valentino Mazzola ed Ezio Loik con i quali il Venezia si aggiudicò nel 1940 – 1941 la Coppa Italia, raggiungendo il terzo posto in campionato nella stagione successiva.
L’augurio è che il Venezia, se non proprio emulare le gesta di quell’inarrivabile squadra, torni da protagonista nella massima serie calcistica nazionale.