Novantadue anni fa, nel 1931, mentre il calcio iberico vedeva impegnate il “gotha” delle formazioni calcistiche nel massimo campionato nazionale nato nel 1928, non erano rari incontri amichevoli.
Ed è proprio di un’amichevole tra il Barcellona e la formazione madrilena del Club Nacional de Madrid che ci parla il gagliardetto odierno che ricorda una delle più sonore vittorie dei catalani in virtù del perentorio 8-1, da cui “otto volante”, inflitto alla malcapitata compagine madrilena estinta diversi anni fà.
Il gagliardetto rispecchia lo stile minimale, ma non per questo sempre affascinante, dei gagliardetti spagnoli dell’epoca.
Il ricamo, le finiture la passamaneria non sono certamente quelle splendide che saranno utilizzate negli anni a seguire ma almeno viene fornita l’evidenza dello stile dell’epoca.
Un approfondimento specifico merita lo stemma del Barcellona per le curiosità in esso racchiuse. In primo luogo, fascino il cui gagliardetto ci tramanda la sua storia.
Nella classica sagoma “a pentola” ideata da un calciatore compare in alto a sinistra una croce rossa in campo bianco un simbolo che oserei dire “universale” condiviso con Genova e l’Inghilterra.
È infatti il vessillo di S. Giorgio ovvero S. Jordi il Santo patrono di Barcellona.
Nel quadrante opposto le strisce verticali giallo e rosse rappresentano il vessillo della Catalogna e la loro composizione non è affatto banale e su cui esistono varie ipotesi.
Una leggenda, sebbene anacronistica, narra che le strisce rosse rappresentano le quattro dita intrise di sangue apposte sullo scudo durato di un nobile.
La spiegazione più verosimile dovrebbe, invece, ricollocare il vessillo presente nello stemma del Barcellona alle insegne dei Conti di Barcellona che, tra l’altro, avevano lo stesso orientamento verticale delle colonne presenti nell’attuale stemma ed erano già presenti nello stemma del club in uso nel 1899.
Come meglio esemplificato nella grafica dell’evoluzione degli stemmi del club a seguire, nel periodo franchista il Barcellona fu costretto a cambiare la denominazione anglofona avversa al regime di Football Club per trasformarsi in Club de Fútbol.
In aggiunta per un certo periodo il “Generalissimo” intervenne anche per modificare le fattezze dell’insegna catalana riducendo, nel 1941, il numero di colonne rosse da quattro a due.
La metà inferiore dello stemma è quella più propriamente calcistica con il simbolo di un pallone su strisce azzurre e granata.
Anche in questo caso la storia fornisce varie spiegazioni, tra cui quella che porta alla volontà del fondatore del club catalano, lo svizzero Joan Gamper che militò nel Basilea FC i cui colori sono appunto identici al Barca.
Verrebbe da dire tra tante incertezze storiche che l’unica certezza è la gloria ed i trionfi conquistati su tutti i campi del mondo da una grande squadra, quella che i catalani appellano come “Més que un club” ossia “Più di un club”, semplicemente il simbolo dell’intera Catalogna.
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