Era il 1922 quando l’Egitto si affrancò dal controllo britannico e fu proprio in quella circostanza che il Re Fuad 1 decise di introdurre il vessillo nazionale facendo riferimento al verde come sfondo oltre a tre stelle bianche significative della riunificazione tra Egitto, Sudan e Nubia.
Tali colori caratterizzarono anche le insegne della federazione calcistica egiziana i cui calciatori venivano soprannominati con un semplice “Faraoni” a ricordare il retaggio storico dell’antico Egitto.
L’esemplare odierno è un gagliardetto davvero significativo innanzitutto perché abbastanza lontano dagli standard qualitativi dell’area africana non molto incline all’utilizzo di esemplari ricamati.
Anche il formato e le misure davvero generose sono un inedito insieme al dettaglio del ricamo in canottiglia che, verosimilmente, approdò in Egitto da una produzione europea.
La storia che testimonia questo esemplare ci porta esattamente a settant’anni fa nel gennaio del 1955. In quella circostanza venne giocato un incontro amichevole tra le rappresentative di Bulgaria ed Egitto.
Il ricamo riconduce alla Bulgaria poiché nella fascia centrale è presente la scritta araba Cairo/Sofia le due località che ospitarono gli incontri mentre sotto la data 14 gennaio 1955 ci riporta esattamente al giorno ed all’anno dell’incontro con un piccolo mistero.
Talune fonti statistiche riportano infatti quale data della partita il 7 gennaio anziché il 14 gennaio.
Oltre a questo, resta comunque il gran fascino di un gagliardetto d’antan dall’antica terra dei faraoni