Quando si parla di Cannes l’immaginario porta, inevitabilmente, all’annuale rassegna cinematografica internazionale. Nella città della “Promenade de la Croisette”, tuttavia, esiste anche il calcio come testimonia il gagliardetto ricamato della squadra locale presentato oggi.
La compagine francese che ora milita nei campionati dilettantistici francesi ha una lunga e travagliata storia alle sue spalle, con un fallimento nel 2014, fu fondata nel 1902. A fronte di una ultra centenaria tradizione i bianco – rossi vantano nel loro albo d’oro esclusivamente la Coppa di Francia conquistata nella stagione 1931 – 1932. Nella massima divisione francese, invece, il Cannes ha ottenuto il massimo risultato nella stagione 1932 – 1933 (secondo posto) e poi, negli anni novanta, i “dragoni” hanno ottenuto la qualificazione in Coppa UEFA (in due occasioni) e Intertoto.
Alla fine degli anni ottanta, giocava nel Cannes, prima di trasferirsi al Bordeaux, un giovanissimo Zinedine Zidane che poi avrebbe dato lustro alla Francia tanto da portarla a vincere la Coppa del Mondo nel 1998 e il titolo di Campioni d’Europa due anni dopo. Oltre a Zizou iniziarono la loro avventura calcistica nel Cannes anche Patrick Viera e Sebastien Frey, in seguito anche loro tesserati da squadre italiane.
I gagliardetti del Cannes nel periodo che va dagli anni sessanta agli ottanta erano sia in versione stampata che ricamata, come nel caso di quello odierno, e praticamente identici tra loro. Al centro di essi campeggiava l’iconico stemma societario che viene, erroneamente, accostato al dragone, da cui deriva anche il soprannome di “dragoni” alla squadra. Tale simbolo è invece una viverna, un rettile alato che a differenza del dragone possiede due sole zampe e che nel medioevo era frequentemente presente nei blasoni di varie famiglie nobili. Molto originale il ricorso a tale simbolo. Fa infatti riferimento alla leggenda mitologica del Giardino delle Esperidi dove era collocato un albero di mele dai pomi d’oro custodito da avvenenti ninfe chiamate Esperidi e dal drago Ladone.
I fondatori del club bianco – rosso, evidentemente amanti della mitologia, estesero tale leggenda, oltre che allo stemma della squadra, anche al nome dell’impianto (Stade des Hesperidies – Stadio delle Esperidi, situato nell’omonima strada cittadina) che dal 1920 al 1975 ha ospitato le partite casalinghe del Cannes.
Tale emblema rappresentava, presumibilmente, anche lo spirito combattivo e indomito che avrebbe caratterizzato la compagine della Costa Azzurra. Un simbolo totalmente avulso dalle insegne presenti nell’araldica cittadina che sfoggiano, su uno scudo, due gigli di Francia interposti da una palma che divenne, dal 1954, il premio riservato ai vincitori del Festival di Cannes. Un simbolo che ricorda S. Onorato di Arles (fondatore dell’abbazia situata sull’isola di S. Onorato davanti a Cannes) che, secondo la leggenda, si arrampicò su un albero di palma per pregare Dio al fine di uccide il rettile che infestava l’isola oggi a lui intitolata.
Più semplice la scelta dei colori bianco e rosso che furono assunti a partire dal 1905 dopo la fusione con un’altra squadra cittadina (Club Sportif de Cannes) andando a variare l’originaria colorazione nero – azzurra.