Sembrerà strano ma anche nel caso dei gagliardetti esistono esemplari che nascono con degli evidenti errori o addirittura riportando effigi errate. In filatelia ciò è ricorrente e l’errata trascrizione o il disegno di un particolare non corretto è conseguenza per la sospensione dell’emissione dell’esemplare e, conseguentemente, ragione per conferire al francobollo sbagliato, ovvero agli esemplari errati comunque distribuiti, indubbia rarità. Basti pensare a titolo esemplificativo a ciò che accadde per il “Gronchi rosa” un francobollo ritirato dopo poche ore dall’emissione dalla Zecca dello Stato dopo che ci si rese conto che l’esemplare in questione riportava i profili errati dei confini del Perù.
Passando ai gagliardetti, limitando la rassegna ai gagliardetti della mia collezione, particolare menzione, in questo caso al demerito, spetta a labari realizzati per incontri dell’Inter. Il primo esempio è il gagliardetto della partita di Coppa città delle Fiere tra Inter e Barcellona giocata nel 1959. Per una svista il gagliardetto riporta un errore nella denominazione dei catalani ed anziché Club de Futbol (abbreviato C. d. F.) viene ricamato un improbabile F. d. C. che anche operando con buona fantasia nemmeno lontanamente si avvicina al reale acronimo.
Restiamo sulla sponda nerazzurra ed il “fattaccio” si ripete nel 2011. La circostanza è la gara di Champions League disputata contro i tedeschi dello Schalke. In questa circostanza ad essere “storpiato” è il nome della compagine tedesca che resta privo della lettera C. Anche qui nulla di trascendentale, un maggior impatto mediatico nell’errore (commentato all’epoca da alcune testate giornalistiche online) e nessun accrescimento al valore del gagliardetto stesso, che, in senso assoluto non ha paragoni con quello precedentemente descritto.
La rassegna degli errori si chiude con un gagliardetto realizzato per i campani della Turris di Torre del Greco in occasione della finale della Coppa Italia Serie D relativa alla stagione 2010 – 2011. In questa circostanza chi realizza il gagliardetto omette di apporre il distintivo in uso della Serie D ricorrendo a quello della stagione 2009 – 2010. In ogni caso, a parziale scusante dei produttori, lo stemma della D nelle due stagioni in questione variava minimamente soltanto per la diversa annata presente nell’emblema.
Allargando gli orizzonti al di fuori dei nostri confini un altro esempio, stavolta non configurabile quale errore, risale al Brasile ed alla circostanza del torneo calcistico maschile nell’ambito delle Olimpiadi di Londra 2012. Nella competizione infatti il CIO vietava di ricorrere ai simboli delle federazioni nazionali e per ovviare a ciò la selezione brasiliana ricorse ad uno stratagemma davvero degno della migliore fantasia italiana. Venne infatti apposto, sul gagliardetto scambiato con la Nuova Zelanda, un vistoso cerotto bianco a coprire lo stemma della federazione brasiliana per non infrangere il veto del Comitato Olimpico.
D’altro canto i brasiliani erano avvezzi a stranezze similari. Nel 1970 e nel 1974 avevano utilizzato, in occasione dei campionati mondiali di Messico e Germania due gagliardetti privi delle insegne della federazione brasiliana per ricorrere a dei simboli assolutamente desueti. Anche in questa circostanza davvero un grande ricorso alla fantasia.