Inauguriamo con l’odierno articolo una rubrica che sul filone del libro “Gagliardetti d’Italia” darà risalto a talune compagini nazionali che, pur non essendo alla ribalta nei campionati di vertice rappresentano, a livello regionali ed anche per motivi contingenti (lignaggio del club, stagioni trascorse tra i professionisti), una piccola parte del calcio nazionale.
Iniziamo, pertanto, con L’Aquila che, tra le altre cose, festeggia con la vittoria del campionato di Eccellenza regionale 2022 – 2023 la promozione in serie D.
Nel 1927 viene costituita la Società Sportiva Città di L’Aquila che quattro anni dopo divenne Associazione Sportiva L’Aquila. Sin dagli albori il sodalizio aquilano scelse il rosso e blu mentre per lo stemma l’orientamento fu, per ovvi motivi, verso l’aquila.
La squadra vanta un passato di rilievo con tre campionati di serie B disputati negli anni Trenta e ventinove presenze in serie C o categorie ad essa equiparate.
I gagliardetti aquilani furono realizzati, negli anni Settanta, in differenti versioni.
Dapprima in rossoblù con i lineamenti di un’aquila e ricamati, a seguire in bianco con banda trasversale rossoblù e pallone degli stessi colori. Verso la fine dei settanta, invece, i gagliardetti riportano lo stemma araldico cittadino e sono realizzati in differenti colorazioni.
Negli anni Ottanta lo stemma araldico viene sostituito con nuovi loghi in almeno tre differenti versioni di colorazione bianca o rossoblù. Dalla metà degli anni Novanta vengono realizzati gagliardetti bianchi con il disegno di un’aquila in volo inserita in uno scudo sannitico.
Dalla fine degli anni Novanta nei gagliardetti compare uno scudo inquartato rossoblù con il profilo dei monti locali e un’aquila in volo sopra un cartiglio riportante la scritta L’Aquila Calcio.
Gli anni duemila, infine, sono contraddistinti dalla realizzazione di diverse tipologie di gagliardetti che variano soprattutto per la grafica dello stemma.