Il tricolore, “El Tri” il soprannome più semplice da accostare alla nazionale messicana.
Tonalità, quelle della bandiera nazionale del Messico, che erano e sono sempre riportate sui gagliardetti. Quello odierno è un esemplare che risale alla gara amichevole giocata il primo maggio 1969 in quel di Malmö, terminata con la vittoria della nazionale scandinava segnata da un goal del ben noto bomber del Feyenoord Ove Kindvall.
Il gagliardetto al centro presenta lo stemma ricamato della federazione messicana una vero e proprio riconoscimento alle tradizioni azteche rappresentate non solo dall’aquila ma sopratuttto dalla “Piedra del Sol” un monolite realizzato nella città di Tenochtitlan ed utilizzato, secondo opinione diffusa di storici, come calendario al tempo degli aztechi.
Questo gagliardetto è similare a quello che poi il Messico utilizzò un anno dopo ai mondiali con le iscrizioni nella parte superiore dello stemma ed ai suoi piedi il ricamo con i dettagli della partita.
Negli anni Settanta, tuttavia, il Messico utilizzò anche altre versioni del gagliardetto in cui era presente esclusivamente, ai piedi dello stemma, l’acronimo della Federazione.
Attualmente i gagliardetti della nazionale messicana, per la precisione dal 2021, a causa dell’adozione di un nuovo stemma hanno leggermente modificato le loro fattezze non abbandonando, però, l’immancabile ed iconico tricolore su cui si erge la nuova insegna.