Il mondiale di calcio organizzato nel 1934 è, indubbiamente, una fonte interessante per studi ed approfondimenti inerenti allo scambio di gagliardetti tra capitani.
Considerando esclusivamente la gara degli azzurri, le testimonianze dell’epoca attestano in maniera evidente che l’Italia non consegnò gagliardetti agli avversari ricevendolo solo una volta in occasione della prima gara disputata contro la Spagna.
Un gagliardetto privo dello stemma della federazione iberica, colorazione rossa al palo giallo centrale e con i ricami riportanti la scritta “Federacion Espanola” in prima riga e “Fútbol” al di sotto mentre in basso, l’ulteriore ricamo “Federazione Italiana”.
Chiarito il dilemma circa l’utilizzo del gagliardetto è opportuno dettagliare un rituale effettuato dagli azzurri in almeno due occasioni in quel mondiale.
La prima contro la nazionale statunitense dove gli azzurri si schierarono in campo, al pari degli americani, con un alfiere che sorreggeva la bandiera nazionale. Alfiere d’eccezione per gli azzurri Giuseppe Meazza che trasportò un vessillo su cui era apposto un nastro nero con entrambe i lati che presentavano scritte ricamate.
Nella foto in basso è visibile, da un solo lato, la scritta “Nazionale Italiana”. La stessa procedura venne adottata in occasione della finalissima contro la Cecoslovacchia ma con alfieri di circostanza mentre i convenevoli tra capitani vennero “sbrigati” attraverso una classica stretta di mano e la consegna di un mazzo di fiori da parte di Planicka a Combi.
Un’ultima, interessante, osservazione. In quel mondiale il capitano azzurro era Combi. Per quale ragione allora si scelse Meazza come alfiere contro gli Stati Uniti in cui, peraltro, il Capitano era Rosetta e non Combi? La mia soluzione, forse un po’ fantasiosa, ma sostenuta dai dati anagrafici degli azzurri è questa: a Meazza, all’epoca ventiquattrenne, fu dato questo onere perché il più giovane tra gli azzurri scesi in campo in quella partita.
E qui credo che l’ordinesia stato impartito dal grande Vittorio Pozzo, già Tenente degli Alpini nel corso della Prima Guerra mondiale, che fece ripetere, verosimilmente, la tradizione in un uso in ambito militare di far ricoprire l’incarico di alfiere alla Bandiera all’Ufficiale subalterno più giovane.