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L’AQUILA D’AUSTRIA

Embroidered pennant swapped by captains before the World Cup qualifying match Luxembourg vs Austria played in 1956

Lo splendido esemplare odierno testimonia la bellezza dei gagliardetti austriaci che viene espressa negli esemplari prodotti sia per le selezioni sia per i club nel periodo che parte dagli anni Venti fino a lambire gli anni Sessanta.

Nel dettaglio il valore aggiunto del gagliardetto di cui trattasi, a parte la cura nei dettagli degli accessori (cordino, pendaglio, ecc.) è nel ricamo centrale dell’aquila, ripreso dall’araldica nazionale.

In questo caso l’aquila ad una testa raffigura la rottura con l’araldo del Regno Austro – Ungarico, in cui era presente un’aquila bicefala, e riporta negli artigli del rapace una falce ed un martello simboli introdotti a partire dal 1921 ed atti ad identificare la pari uguaglianza tra le classi sociali.

Nell’alveo della continuità della tradizione sul petto dell’aquila è presente lo scudo dell’Arciducato d’Austria con i colori bianco e rosso riconducibili, rispettivamente, alla vittoria ed al potere ed al sangue dei nemici. Intorno a tali tonalità la leggenda del Duca Von Babenberg che, durante una crociata nel XII secolo, macchiò con il sangue la sua tunica bianca nelle parti superiori ed inferiori fatta eccezione per il lembo di stoffa che circondava la pancia.

Ecco allora che quei colori (rosso – bianco – rosso) vennero scelti come contrassegno delle truppe in battaglia per poi diventare, a partire dal 1230, i simboli del futuro Regno d’Austria – Ungheria.

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