Più che un gagliardetto ciò che oggi trattiamo riguarda la storia di una Nazione con uno sconsiderato dittatore da una parte ed il lato sportivo dall’altro con la partecipazione dei “leopardi” dello Zaire ai mondiali del 1974 in Germania, ovvero la prima volta che una rappresentativa calcistica della cosiddetta Africa subsahariana arriva a gareggiare alla massima manifestazione iridata mondiale.
Procediamo però per gradi con un breve inquadramento di quello che avvenne nello Zaire ovvero nell’allora Congo qualche anno prima dei mondiali del 1974.
Patrice Lumumba, uno degli eroi della lotta per l’indipendenza del paese, diventa primo ministro del Congo nel giugno del 1960 cercando di trasformare il paese in uno stato federale senza, tuttavia, ottenere particolare successo.
Questo comportò una situazione sempre più caotica che agevolò l’intervento dei “super sceriffi” mondiali ovvero gli Stati Uniti e l’allora URSS che cercarono, nell’incertezza della situazione governativa, di trarne un vantaggio. In questa incertezza la svolta avvenne quando Lumumba, che nel frattempo aveva indirizzato il Paese sotto l’ala protettiva sovietica venne costretto a dimettersi per poi essere assassinato consentendo l’entrata in scena di un personaggio davvero iconico ovvero il Colonnello Mobutu.
Con il pieno supporto degli Stati Uniti, Mobutu sale al potere e da avvio ad un periodo di grandi cambiamenti per il Congo.
In primis cambia la denominazione della Nazione in Zaire dopodiché stabilisce ferree regole per il sociale imponendo alla popolazione di assumere un nominativo riportante le origini della propria tribù, stabilendo un codice deontologico e comportamentale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.
In pratica diventa un tiranno che annienta le formazioni politiche del Paese consentendo l’esistenza di un unico partito – a sua immagine e somiglianza – arricchendosi a dismisura con le elargizioni della Nazioni occidentali e degli USA.
Con questi presupposti si arriva al 1974 anno in cui i “leopardi” si affermano nella Coppa d’Africa riuscendo a conseguire il pass per i mondiali. Ed è proprio qui che finisce lo sport ed inizia il Mobutu show.
Sì, perché il tiranno vede nel palcoscenico del mondiale un’occasione per esaltare il proprio paese ed incoraggia i giocatori promettendogli case, macchine e proprietà nel caso di buon esito della campagna tedesca.
Impresa tutt’altro che facile poiché lo Zaire, sebbene fosse una nazionale davvero coesa e forte, avrebbe dovuto confrontarsi, in un girone certamente non alla sua altezza, con Brasile, Jugoslavia e Scozia. È proprio con gli scozzesi che gli africani si confrontano alla prima partita uscendo sconfitti.
Ed è qui che avviene il primo atto della “commedia” Mobutu. Notevolmente irritato per la sconfitta fa trapelare che i premi promessi ai giocatori sono totalmente revocati.
Immaginate lo scoramento dello spogliatoio davanti a questa notizia e si narra che molti giocatori erano intenzionati a rinunciare a prendere parte al successivo incontro con la Jugoslavia che poi venne comunque regolarmente disputato e concluso con la pesantissima sconfitta per 9-0.
Figuratevi la reazione di Mobutu da Kinshasa che prende i suoi fidi l’invia in Germania minacciando la squadra in questo modo” Perdete con il Brasile con quattro goal di scarto o più e nessuno di voi tornerà a casa!”.
Immaginate un po’ i poveri “leopardi” che partiti lancia in resta ora si trovano a rischiare la loro vita.
Con questi presupposti si gioca la partita e, sul 3-0 per il Brasile accade l’imponderabile.
L’arbitro assegna una punizione ai brasiliani poco fuori dall’area di rigore ed a questo punto, prima che Rivelino saetti nella porta dello Zaire, si stacca Mwepu dalla barriera per andare a calciare più lontano possibile il pallone.
Quell’iconico gesto, che coprirà di ridicolo la nazionale dei “leopardi”, in realtà era il frutto della disobbedienza verso Mobutu ed anche verso il Brasile che pareva irridere i calciatori africani.
La spedizione in Germania si trasformò in una svolta in negativo per i calciatori dello Zaire. Uno volta a casa non gli fu più concesso il permesso di giocare e vennero ridotti in condizioni di indigenza.
Questa storia dai tratti drammatici passa attraverso il gagliardetto di quella nazionale.
Un esemplare che venne, verosimilmente, consegnato al capitano della Scozia prima della partita inaugurale e che riporta caratteristiche tipiche dei gagliardetti utilizzati all’epoca da squadre di club svizzere e tedesche tanto da lasciar supporre che siano stati realizzati proprio in Germania.
Come sulle maglie dei giocatori compare al centro il ricamo del leopardo fautore di possibili vittorie ma terribile protagonista di una debacle che da sportiva si trasformò, per gli sfortunati giocatori, nella svolta negativa della loro vita.