La guerra finisce e la vita, insieme al calcio, ricomincia. La nazionale riparte dalla Svizzera esattamente l’11 novembre del 1945. Di quella partita il settimanale “Calcio Illustrato” ne fa con un titolo l’estrema sintesi “Fango – Pioggia – “Sistema””.
Quello che è di nuovo non sono i gagliardetti, di cui nessuna testimonianza ci consegna prove dell’utilizzo nella partita di cui trattasi, ma lo stemma sulle maglie azzurre che ritorna ad essere quello sabaudo di tipologia similare a quello utilizzato sin dalla prima gara dagli Azzurri.
Tuttavia, spostando l’attenzione ad una partita della rappresentativa della Lega Nord contro una selezione svizzera troviamo traccia di un gagliardetto della FIGC. Esso si presenta della foggia tipica di un gonfalone con doppia coda, azzurro, privo dello stemma federale e con le iscrizioni dell’incontro. Teniamolo a mente perché da lì a qualche anno la Nazionale adotterà gagliardetti similari ma in formato molto più grande.
Nelle partite disputate nel biennio successivo, i gagliardetti non vengono scambiati sia nelle partite amichevoli sia ai Giochi Olimpici del 1948 di Londra.
Ma è nello stesso anno che tutto cambia. Infatti, non vengono soltanto confermate le modalità del rituale dei saluti prima della gara che passano da una vera e propria cerimonia tra rappresentanti delle due federazioni, al saluto ed allo scambio dei gagliardetti tra capitani.
L’Italia inizia ad utilizzare, nella sfida contro l’Inghilterra del maggio 1948, un esemplare che riprende lo stile di quello utilizzato nel 1945 sebbene di formato che lo fa accostare, per dimensioni, ad un gonfalone.
Un gagliardetto di analoga foggia viene utilizzato per l’incontro giocato contro il Portogallo a Genova il 27 febbraio del 1949. Dall’immagine dello scambio dei gagliardetti, gentilmente fornita dal Museo del calcio fratelli Ballarin – Grande Torino, sfoggia uno stupendo gagliardetto dell’Italia che soverchia quello pur molto grande del Portogallo.
I fantastici “gagliardetti gonfalone” durano però due soli incontri. Nella partita del 27 marzo 1949 Valentino Mazzola consegna un gagliardetto di foggia diversa e delle dimensioni certamente più contenute. La foto sopra immortala anche un momento dell’ultima partita in Azzurro di Capitan Mazzola e degli eroi del Grande Torino che morirono qualche mese dopo nello schianto di Superga.
Nel dopo Superga, sempre nel 1949, si assiste a diverse varianti nei gagliardetti che cambiano a strettissimo giro.
Cronologicamente si inizia giugno dove per la prima volta contro l’Ungheria viene utilizzato un gagliardetto grande a scudo che riporta il ricamo dei dettagli della partita seppure privo dello stemma della federazione.
Come se non bastasse, nella partita contro l’Inghilterra giocata a novembre del 1949, il gagliardetto azzurro cambia per la terza volta nell’arco di un anno. In questo caso viene utilizzato un esemplare dal formato pentagonale, azzurro sulla fronte e con il retro-tricolore.
Questa tipologia di gagliardetto venne consegnato dal capitano azzurro Carapellese all’omologo austriaco in occasione della gara valevole per la Coppa Internazionale disputata il 2 aprile 1950.
Arriva il mondiale del 1950 e gli azzurri ritornano all’uso del gagliardetto similare a quello consegnato all’Ungheria utilizzato qualche mese prima. Dopo l’infelice parentesi dei mondiali brasiliani i gagliardetti azzurri varieranno ancora, ma questa è un’altra storia che sarà raccontata la prossima settimana.
Le foto dell’articolo sono tratte dal settimanale “Il Calcio illustrato” e dalla collezione “Museo del calcio fratelli Ballarin – Grande Torino www.Museoballarinchioggia.it” che si ringrazia per la gentile concessione.